La commemorazione dei defunti e le nostre usanze

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I "motticeddi" e la frutta martorana. Il trionfo della tradizione messinese

  Quando i bambini trepidanti aspettavano i regali...sotto il letto

 

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di ANTONIO SARICA

Per la "saggezza popolare", quando s'affaccia novembre è già inverno, Pi Motti a nivi arreti i potti.
Ma oggi come oggi, ben lo sappiamo, qui da noi in riva allo Stretto, così non è proprio. Altro che inverno...anche in passato, a dire il vero, per il giorno dei morti novembre ci ha spesso regalato scampoli di bella stagione, propiziando la rituale visita al Gran camposanto.
L'usanza di commemorare i defunti il 2 novembre è molto antica ed è ancora viva più che mai. Svanita è invece una tenera tradizione al giorno dei morti strettamente legata.
I morticini, si diceva un tempo ai bambini la vigilia di tal giorno, stanotte verreanno a trovarvi. Vengono da lontano e saranno stanchi, stanotte, e avranno tanta sete. Lasciate allora, accanto il vostro lettino, un bel bicchiere d'acqua. Assetati come sono, lo svuoteranno d'un fiato e, vedrete, vi ringrazieranno.

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Appare chiaro il valore simbolico dell'acqua - elemento vitale per eccellenza - che avidamente i morticini bevono. " I motticeddi - rammentavano le nonne ai nipoti - iannu sempi siti".
I bambini sono in piedi all'alba. Il bicchiere è vuoto, e li vicino ecco i regali: i giocattoli, naturalmente quelli che sognavano, e i dolcetti, la frutta martorana, che un tempo si vedeva nelle vetrine delle pasticcerie solo per le ricorrenze dei defunti, i scaddillini messinesi dal tipico aroma dei chiodi di garoofano, a guisa di "ossicini".
E loro, i bambini, felicissimi. Gli occhi sgranati contemplano i sospirati regali ricevuti e assaggiano tutti i dolcetti, i motticeddi e anche gli altri, possibilmente al cioccolato.
Infanzia beata! " Il viso dei bambini addormentati", scrive Bela Just nell'ispirato suo romanzo Gli illuminati, "è così calmo, così beato perchè non sanno ancora nulla". E aggiunge: "Anche il viso dei morti è calmo e beato: perchè ormai sanno tutto".

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Impazienti i bambini vogliono uscire, sono ansiosi di mostrare i regali avuti dai morticini agli amichetti, che mostrano orgogliosi i regali a loro volta ricevuti...Momenti d'incontenibile gioia che si ripetevano di anno in anno.
Di tutto ciò, solo il ricordo. Tempi nuovi, adesso in omaggio alla globalizzazione tanto celebrata, alla modernità dilagante e assai spesso malintesa.Guardare al passato - spiegano i saggi - ormai conta poco, anche se stanno là le nostre radici. E' anche giusto - ammoniscono - rinunciare almeno un poco alla propria identità è un prezzo da pagare. Alla fin fine siamo cittadini del mondo. Viva Hallowen...ma fino a un certo punto.

 

 

 

 

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